Traduzione dagli articoli del 25 settembre 2020 e del 1° ottobre 2020
(JHE) — Le comunità ebraiche di Napoli, Venezia, Padova ed Essen hanno visto un “Ritorno al Futuro”, con i servizi religiosi per le Solenni Festività ebraiche celebrati in luoghi storici per la prima volta dopo un secolo o svariate decadi, in ottemperanza alle restrizioni dovute alla pandemia.
A Venezia, per la prima volta dal periodo della Grande Guerra, i servizi religiosi per Yom Kippur, incluso il Kol Nidre, si sono tenuti nella cinquecentesca Scola Grande Tedesca, come riportato da Moked, il portale d’informazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI).
Risalente al 1529, e la più antica delle cinque sinagoghe del Ghetto veneziano, la Scola Tedesca fa adesso parte del Museo Ebraico di Venezia. La comunità ebraica conta circa 400 membri e normalmente utilizza solo due sinagoghe, la Spagnola e la Levantina.
Quest’anno, secondo Moked, la direzione della comunità ebraica ha deciso che i fedeli si sarebbero riuniti per Yom Kippur tanto nella Scola Tedesca quanto nelle altre due sinagoghe, per garantire più spazio nel rispetto del distanziamento sociale ed altre misure anti-COVID.
“Una decisione, quella relativa alla Scola Tedesca, dettata dall’esigenza di garantire al maggior numero possibile di iscritti l’opportunità di seguire in sicurezza, rispettando scrupolosamente le norme vigenti, la funzione,” scrive Moked. “Ma anche e soprattutto dalla volontà di iniziare il nuovo anno ebraico nel segno della vita”.
Similmente, anche a Napoli i servizi per Yom Kippur si sono tenuti in uno spazio che non più utilizzato come sinagoga da circa il 1860, ossia la storica Villa Pignatelli, una volta casa della famiglia Rothschild, ed oggi museo.
Secondo il portale Moked, che ha rilanciato la notizia, nella sinagoga di Napoli le misure di distanziamento sociale consentivano per Yom Kippur la presenza di solo 26 uomini e 11 donne. Così, per aiutare a risolvere il problema, la soprintendenza ai musei di Napoli ha offerto alla comunità l’utilizzo di due stanze all’interno di Villa Pignatelli.
Costruita nel 1826 da Sir Ferdinand Acton, la villa venne comprata nel 1841 dal banchiere ebreo tedesco Barone Carl Mayer Rothschild, che arrivò a Napoli dieci anni prima per fondare un ramo della banca di famiglia in città. Il Barone Rothschild fu uno dei primi ebrei a trasferirsi a Napoli in seguito a secoli d’espulsione.
Rothschild trasformò una stanza della villa in sinagoga, la quale fu utilizzata fino all’ufficiale fondazione della comunità ebraica nel 1861, anno nel quale venne affittato lo spazio dell’attuale sinagoga, in Vico Santa Maria a Cappella Vecchia.
“Il Tempio di Villa Rothschild, Villa Pignatelli, fu il primo Tempio aperto a Napoli dopo tre secoli di espulsione”, scrive Moked, e “Proprio fra quelle mura gli ebrei napoletani si riuniranno nuovamente per celebrare Kippur 5781”.
A Padova, i servizi per Yom Kippur si sono tenuti nella Scola Tedesca (o Scola Grande) per la prima volta da quando la sinagoga fu incendiata dai fascisti locali nel 1943, devastandola. La sinagoga, originariamente risalente al XVI secolo, subì ingenti danni durante la Seconda guerra mondiale, e rimase in stato d’abbandono fino alla sua ricostruzione avvenuta nel 1998. Nel 1956 il suo Aron HaKodesh fu trasferito a Tel Aviv. Oggi la sinagoga ospita il Museo della Padova Ebraica, aperto nel 2015.
“Dopo 77 anni abbiamo fatto riecheggiare in questa aula le poesie e le melodie delle nostre preghiere”, ha detto il Rabbino Adolfo Locci alla congregazione, secondo Moked.
I servizi religiosi si sono tenuti anche nella sinagoga normalmente utilizzata dalla comunità, un piccolo santuario originariamente del XVI secolo, i cui interni sono rivestiti di pannelli lignei risalenti al seicento.
Il Rabbino Locci ha dichiarato che circa 70 persone hanno partecipato al servizio più partecipato, e la sinagoga della comunità non sarebbe stata in grado di ospitarli tutti a causa delle norme dovute al distanziamento sociale.
Ad Essen, in Germania, i servizi per Rosh HaShana e Yom Kippur sono stati celebrati nella Vecchia Sinagoga per la prima volta dopo 82 anni. Di proprietà della città, l’imponente edificio costruito tra il 1911 e il 1913, fu uno dei pochi immobili principali nel centro di Essen a sopravvivere alla Seconda guerra mondiale. Utilizzato a lungo dopo la guerra come museo della tecnologia, oggi l’ex sinagoga ospita la Casa della Cultura Ebraica, con una mostra permanente e eventi.
Una dichiarazione dell’ufficio del sindaco Rudolf Jelinek, ha fatto sapere che il comune ha permesso che il salone principale della sinagoga venisse utilizzato per i servizi religiosi per le Solenni Festività ebraiche, come richiesto dalla dirigenza della comunità ebraica di Essen. La comunità usa una piccola e moderna sinagoga a forma di cupola, che non sarebbe risultata abbastanza grande per la congregazione, dovendo seguire le misure del distanziamento sociale. Così, come indicato dalla dichiarazione dell’ufficio del sindaco, le misure hanno garantito a 130 persone di partecipare al servizio nella Vecchia Sinagoga.
La dichiarazione, pubblicata anche sulla pagina Facebook della Comunità Ebraica di Essen, ha indicato come il 18 settembre Jelinek abbia salutato la congregazione all’ingresso della sinagoga prima di Rosh HaShana, esprimendo “la sua gioia per il fatto che il comune abbia reso disponibile alla comunità ebraica la Vecchia Sinagoga per le celebrazioni”. Inoltre, il sindaco ha “ringraziato in modo speciale la polizia di Essen per la protezione dell’edificio storico”.
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