
8 settembre 2017
Poche altre parti d’Italia, se non addirittura d’Europa, vantano una così vasta e variata gamma di luoghi culturali ebraici come il Piemonte. Aldilà di Torino, circa un’altra dozzina di città ospitano sinagoghe con più di un secolo di storia, con gli interni perfettamente intatti, oltre che musei ebraici, antichi ghetti, e cimiteri ebraici. (Inoltre, nel territorio regionale vi sono anche alcune sinagoghe oramai in disuso, i cui interni sono stati da tempo rimossi e trasferiti in Israele, o in altre sinagoghe del paese).
Le sinagoghe piemontesi si possono suddividere in due categorie: quelle costruite nel periodo del ghetto, ossia prima dell’emancipazione degli ebrei del 1848, e quelle costruite dopo questo evento, come l’imponente Tempio Maggiore di Vercelli, eretto negli anni ’70 del XIX secolo. Alcune delle sinagoghe che antecedono l’emancipazione consistono di stanze di preghiera, piccole ma riccamente decorate, ubicate all’ultimo piano di palazzi apparentemente ordinari, rimanendo così nascoste dietro anonime mura. Altre di queste, in seguito all’emancipazione, subirono modifiche strutturali, tanto all’interno quanto all’esterno, risultando maggiormente visibili da fuori, e più simili alle chiese cristiane.
La comunità ebraica piemontese sta attualmente cercando di trovare il modo affinché il ricco patrimonio culturale ebraico della regione diventi più facilmente accessibile al pubblico. Tutti i luoghi sono più o meno facilmente raggiungibili l’una dall’altro, ma finora c’è poca coordinazione relative alle visite, gli orari e gli itinerari. La segnaletica può risultare scarsa, priva di indicazioni su come prenotare una visita, e la sicurezza e la provvigione di guide rimane un problema, specialmente per quelle piccole sinagoghe del periodo pre-emancipazione, che si trovano solitamente all’ultimo piano dei palazzi che le ospitano. Inoltre, i cimiteri ebraici possono essere trovati chiusi a chiave, senza alcuna indicazione di come e dove sia possibile ottenere le chiavi, o sul come visitarli. (AGGIORNAMENTO: La comunità ebraica di Torino organizza tour guidati – clicca qui per maggiori informazioni)

La comunità ebraica di Torino è la proprietaria della maggior parte delle sinagoghe regionali, tra cui quella del capoluogo, e quelle di Alessandria, Asti, Carmagnola, Cherasco, Cuneo, Ivrea, Mondovì e Saluzzo. La comunità sta attualmente lavorando con organizzazioni del settore turistico per la progettazione di piani per la coordinazione di visite guidate ed itinerari specifici.
D’altro canto, le piccole comunità ebraiche di Casale Monferrato, Vercelli e Biella (sezione della comunità di Vercelli) gestiscono le rispettive sinagoghe.
Tutte le sinagoghe ancora intatte del Piemonte rimangono aperte al pubblico in occasione della Giornata Europea della Cultura ebraica, che in Italia viene celebrata ogni anno nel mese di settembre. Recentemente abbiamo pubblicato un articolo sulla nuova applicazione per smartphone e tablet del complesso sinagogale di Casale Monferrato, che comprende la più opulenta sinagoga della regione, il museo di storia ed oggettistica ebraica ed il museo, unico nel suo genere, di interpretazioni contemporanee di Hanukkiot — il Museo dei Lumi.
Una sfida chiave nella gestione dei beni culturali ebraici, che siano sinagoghe e cimiteri ristrutturati e ben preservati, come nel caso piemontese, o luoghi altrove dimenticati, in disuso o persino in rovina, è cosa farci — e come farlo. Questo discorso vale tanto per quei posti in cui ancora esiste una comunità ebraica, così come per quei luoghi in cui non vi sono più ebrei. Il turismo, comprese le visite a scopo educativo, rappresenta sicuramente un modo principale per lo sviluppo e la valorizzazione dei siti del patrimonio ebraico, tanto per le comunità ebraiche quanto per i visitatori ed il pubblico in generale. (AGGIORNAMENTO: Le problematiche legate al turismo ai beni culturali ebraici sono state discusse in un convegno internazionale su questo tema tenuto a Venezia tra il 23 ed il 25 ottobre 2017 — clicca qua per vedere i video degli interventi alla conferenza).
Di seguito proponiamo una galleria fotografica di alcuni beni culturali ebraici in Piemonte, al fine di dare un’idea di questi luoghi meravigliosi.
Un luogo ottimale da cui partire è la piccola sinagoga barocca del XVIII secolo di Carmagnola, che si trova all’ultimo piano di un palazzo nell’antico ghetto. Il complesso sinagogale è di recente ristrutturazione, e comprende anche un’eccellente mostra sulle sinagoghe del Piemonte. La sinagoga di per sé è composto da una stanza quadrata, illuminata da sette grandi finestre sormontate da stucchi ornamentali, e separate tra loro da decorazioni in stucco contenenti iscrizioni in ebraico. La bimah ottagonale, posta al centro della stanza, risale al 1766.
La sinagoga di Mondovì si trova all’ultimo piano di un palazzo composto da appartamenti, ed al suo esterno non vi sono indicazioni che segnalino la sua presenza. La stanza di preghiera è illuminata da cinque candelabri di cristallo pensili, e presenta al suo centro una decorata bimah ottagonale, mentre l’Aron dorato è adornato con una menorah scolpita. La vista che si può ammirare dalla sua loggia è spettacolare, mentre in una stanza adiacente alcuni banchi di scuola preservati al loro posto mostrano ancora le segni che i bambini vi hanno inciso.
La sinagoga di Saluzzo si trova all’ultimo piano di un palazzo dell’epoca del ghetto, e vi si accede tramite il cortile. La stanza di preghiera risale al 1832, e probabilmente è il prodotto del rimodellamento di una sinagoga più antica che si trovava nello stesso luogo. Il sito è caratterizzato da un meraviglioso soffitto affrescato, che riporta immagini simboliche.

La sinagoga di Alessandria è stata edificata nel periodo post-emancipazione, negli anni 1867-1871, come rifacimento in larga scala di un edificio che anteriormente ospitava una sinagoga al suo ultimo piano.

La sinagoga di Casale Monferrato è la più riccamente decorata tra le sinagoghe del Piemonte, anche se a suo esterno non vi sono cenni che indichino la sua presenza, aldilà della segnaletica moderna. Originariamente costruita nel 1595 nel cuore dell’antico quartiere ebraico, nei due secoli successivi la sinagoga è stata ingrandita, riprogettata e ridecorata in un suntuoso stile rococò. Il tempio ha orari di visita regolari nella maggior parte delle domeniche dell’anno, e nei giorni infrasettimanali è possibile fissare la visita previo appuntamento.

La sinagoga barocca di Cherasco è una piccola stanza all’ultimo piano di un anonimo palazzo in quello che una volta era il ghetto. La presenza ebraica in città risale al XVI secolo. La sinagoga come la vediamo oggi è il probabile prodotto di una ristrutturazione del 1797, effettuata su una stanza di preghiera anteriore. Le sue caratteristiche principali sono la bimah lignea ottagonale con colonne a torciglioni posta al centro del tempio, l’Aron scolpito in legno, ed i testi affrescati alle pareti. In una stanza adiacente è possibile inoltre visitare una mostra fotografica delle sinagoghe del Piemonte. Il palazzo e la sinagoga sono stati restaurati nel 2003, ed il luogo è custodito dalla Fondazione DeBenedetti Cherasco 1547.
Così come la vediamo oggi, la sinagoga di Cuneo è frutto di un rinnovamento avvenuto in seguito all’emancipazione, essendo stata inaugurata nel 1885. La bimah si trova esattamente di fronte all’Aron invece che al centro della stanza come le sinagoghe costruite in tempi precedenti. Il complesso sinagogale ospita anche una moderna biblioteca ed una sala polivalente.

Nell’arco dei secoli, la sinagoga di Asti ha subito diversi cambiamenti e ristrutturazioni. Quella che oggi possiamo ammirare è la versione del 1889, ossia nella sua forma post-Napoleonica e post-emancipazione, con alte volte, quattro colonne centrali, ampie finestre, e la bimah di fronte all’aureo Aron. Il complesso della sinagoga contiene anche una piccola mostra permanente di oggetti rituali ebraici, documenti ed altri artefatti. Un altro segnale dell’acculturazione post-emancipazione è rappresentato dal colombario per urne funerarie che si trova al cimitero ebraico, il quale contraddice le pratiche di sepoltura della tradizione ebraica.

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Clicca qua per leggere l’articolo di Samuel D. Gruber sulle Sinagoghe del Piemonte.
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