Traduzione dell’articolo del 22 gennaio 2021
(JHE) — Informazioni circa la localizzazione e lo stato di più di 2.000 sinagoghe in Europa e in parti del Medio Oriente sono state consegnate ad alcune autorità militari occidentali, tra cui il Ministero della Difesa britannico, nella speranza che queste servano a proteggere le sinagoghe in tempi di guerra.
In un annuncio si legge che il materiale consegnato include il lavoro d’inventario effettuato in Europa dal Center for Jewish Art dell’Università Ebraica di Gerusalemme, e in Iraq e Siria dall’American Schools of Oriental Research (ASOR), entrambi commissionati dalla Foundation for Jewish Heritage.
Gli inventari in questione hanno inserito le sinagoghe classificandole in ordine d’importanza. Secondo le informazioni ricevute da Jewish Heritage Europe (JHE), le autorità militari hanno ricevuto le informazioni sui siti considerati di una certa importanza a livello internazionale, nazionale e regionale. Il materiale include descrizioni e coordinate GPS, così come informazioni non ancora disponibili al pubblico su siti in Iraq e Siria.
“Più di 2.000 luoghi ebraici di importanza nazionale e internazionale in Europa, Iraq e Siria sono adesso inseriti in un elenco affinché vengano protetti in caso di conflitto armato”, si legge nell’annuncio. “Affinché le forze armate siano in grado di compiere il loro dovere nella protezione dei beni culturali, devono essere capaci di identificarli”.
Helen Hyde, presidentessa della Foundation for Jewish Heritage, ha dichiarato che procurare queste informazioni ha rappresentato un “esempio di come il nostro lavoro di ricerca senza precedenti sul patrimonio ebraico abbia dimostrato il suo valore”.

Nonostante diversi accordi e protocolli internazionali raggiunti nel XX secolo pongano sotto protezione, in tempi di guerra, i luoghi spirituali che rappresentino patrimonio culturale, questi siti sono stati spesso vittime di vari conflitti, come obiettivi designati o come prodotti di danni collaterali.
Con particolare riguardo al patrimonio ebraico, nel mettere in pratica la Shoah, i nazisti fecero della distruzione di sinagoghe e altri luoghi ebraici parte integrante della loro politica.
Durante le guerre nell’ex Jugoslavia negli anni ’90, le forze serbe presero di mira specificamente le moschee in Bosnia e altrove. Allo stesso tempo, due bombardamenti serbi colpirono il tetto della sinagoga cinquecentesca di Dubrovnik, in Croazia, durante un attacco alla città. Nel 2015, i resti della sinagoga nell’antico distretto Sur di Diyarbakir, nella Turchia sudorientale, furono demoliti durante un assedio che vide violenti combattimenti tra il governo turco e gli insorti curdi. I violenti combattimenti distrussero o danneggiarono molti edifici storici in quello che rappresenta un sito del patrimonio UNESCO.
“Ovviamente spero che questi inventari non saranno necessari”, ha dichiarato Vladimir Levin, Direttore del Center for Jewish Art, nell’annuncio. “Negli ultimi decenni abbiamo visto danni enormi al patrimonio culturale e da adesso almeno alcuni dei combattenti avranno informazioni dettagliate circa il patrimonio ebraico da proteggere”.
L’annuncio reitera il fatto che i luoghi culturali e religiosi sono protetti dai seguenti accordi:
- La Convenzione per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato firmata a L’Aia nel 1954 da più di 130 paesi, e dai suoi due protocolli, del 1954 e 1999;
- I protocolli addizionali alle Convenzioni di Ginevra del 1977;
- Dal diritto consuetudinario, come dalle norme de L’Aia del 1907.
Clicca qui per leggere l’articolo integrale in inglese
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