(Articolo originale pubblicato in inglese il 2 agosto 2021)
(JHE) — Alla fine di maggio 2012 due grandi terremoti colpirono il centro-nord Italia. I terremoti provocarono la morte di almeno 24 persone, lasciando migliaia di persone senza un tetto e causando danni ingenti al patrimonio artistico e architettonico. Anche le sinagoghe e i cimiteri ebraici sono stati tra i siti che hanno subito i danni del terremoto, tra cui: le sinagoghe di Ferrara, Modena, Mantova, Sabbioneta, Soragna e Sermide; e cimiteri ebraici a Ferrara, Cento, Lugo e Finale Emilia.
In seguito al terremoto, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) ha ispezionato gli edifici, valutandone i danni e lanciando un appello di raccolta fondi, sottolineando il fatto che “il ricco patrimonio ebraico danneggiato […] potrebbe essere distrutto se non venisse restaurato”.
Qual è la situazione oggi? In questo articolo riportiamo lo stato attuale di questi siti, nove anni dopo il terremoto. La situazione è diversa da città a città: la maggior parte dei restauri sono stati eseguiti, ma in alcuni casi non sono ancora iniziati. (N.B: laddove non vengono fornite fonti ipertestuali, le informazioni provengono direttamente dai funzionari delle comunità ebraiche).
Finale Emilia (cimitero ebraico)
L’epicentro dei terremoti è stato nei pressi di Finale Emilia, città in provincia di Modena, nella quale si trova il più antico cimitero ebraico della regione, risalente al XVII secolo. Il terremoto ha provocato la caduta di alberi, danneggiato le mura del cimitero e compromesso le sue 58 lapidi, una delle quali è stata distrutta.
Subito dopo il terremoto, l’UCEI ha stanziato €60.000 per la ricostruzione di una scuola intitolata a un’importante insegnante ebrea locale, Elvira Castelfranchi (1874-1945), con parte di questi fondi stanziati anche per il cimitero, comprendendo la riparazione delle sue mura. Anche un privato, il dottor Alessandro Osima, ha donato fondi per salvaguardare le lapidi, molte delle quali si trovavano inclinate.

Il sisma ha spronato un’associazione locale, Alma Finalis, a intraprendere un progetto per salvare il cimitero, comprendendo la rimozione degli alberi caduti e il restauro delle lapidi, le quali soffrivano già di problemi di erosione e connessi al tempo. Il restauro delle lapidi era già in fase di progettazione prima del terremoto.
Finanziato principalmente da una fondazione modenese e da donazioni private, il restauro delle lapidi è stato completato nel 2015.
Anche la camera cerimoniale del cimitero ha subito danni e rimane tutt’ora puntellata da un’elementare struttura di supporto esterna installata dal comune.

I lavori per riparare le mura del cimitero non sono ancora iniziati, bloccati da problemi amministrativi locali che non hanno ancora sbloccato i fondi stanziati nove anni fa. Un funzionario della comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia, proprietaria del cimitero, ha detto a JHE che il presidente e il vicepresidente della comunità hanno visitato il cimitero a giugno e stanno cercando di ottenere finalmente l’autorizzazione per utilizzare i fondi per riparare le mura.
Ferrara (sinagoghe e cimitero ebraico)
L’antico edificio della comunità ebraica di Ferrara si trova nel cuore dell’ex ghetto cittadino e risale ad almeno sei secoli fa. L’edificio ospita il museo della comunità e tre sinagoghe: quella italiana, originariamente costruita nel XV secolo, la tedesca, originariamente costruita nel 1603 e restaurata più volte; e la “Fanese”, una piccola sinagoga di rito italiano intitolata alla famiglia Fano, costruita probabilmente tra il XVII e il XVIII secolo.
L’edificio è stato gravemente danneggiato dai terremoti, costringendo la chiusura del museo e delle sinagoghe.
Il restauro delle sinagoghe è stato completato e le sinagoghe sono state ufficialmente riaperte a settembre 2020 in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, ma anche per il culto ed eventi occasionali. Nel frattempo, il museo rimane ancora chiuso al pubblico.

Il presidente della comunità ebraica Fortunato Arbib ha detto a JHE che il lavoro di restauro e conservazione ha rivelato alcune “scoperte sorprendenti”.
“All’interno dell’edificio abbiamo trovato un arco gotico che dimostra l’origine medievale di questo edificio, mentre nella sala del consiglio della comunità abbiamo trovato alcune decorazioni lignee risalenti al XVIII secolo”, ha dettoArbib.
“Inoltre, abbiamo restaurato l’Aron HaKodesh della sinagoga Fanese, e le sue decorazioni sono tornate al loro originario splendore. Ma il ritrovamento più sorprendente sono le decorazioni del soffitto e delle pareti all’interno di questa sinagoga, e anche alcune finestre dietro le quali abbiamo scoperto un matroneo che era stato murato”.
Arbib ha inoltre dichiarato che la comunità sta cercando fondi per restaurare il matroneo, per il quale sono necessari da €50.000 a €70.000.
Il terremoto ha causato alcuni danni anche al cimitero ebraico di Ferrara e la comunità ha restaurato la casa del custode del cimitero, che aveva subito lievi danni.
Lugo e Cento (cimiteri ebraici)
Nonostante quanto dichiarato dall’UCEI dopo il terremoto, i cimiteri ebraici di Lugo (fondato nel XIX secolo) e Cento (fondato nel XVIII secolo) non hanno subito gravi danni nel sisma, sebbene siano stati effettuati alcuni lavori di restauro, come dichiarato a JHE dal presidente della comunità ebraica ferrarese Arbib. Non esistendo una comunità ebraica né a Lugo né a Cento, il loro patrimonio culturale ebraico immobile è amministrato dalla comunità ebraica ferrarese.
Modena (sinagoga)

Secondo l’UCEI, il terremoto ha provocato delle crepe nel timpano sopra l’ingresso della sinagoga e alla ringhiera davanti alla bimah, mentre il pavimento ha subito degli spostamenti, rompendosi. Tuttavia, un funzionario della comunità ebraica di Modena ha detto a JHE che il danno complessivo sia alla facciata che alla decorazione interna èstato tutto sommato talmente limitato che non è stato necessario alcun lavoro di restauro.
La Sinagoga di Modena è stata progettata da Ludovico Maglietta e completata nel 1873. È un esempio di sinagoga post-emancipazione, e sorge nell’ex ghetto ebraico. La particolarità di questa sinagoga è che presenta due facciate identiche, una che si affaccia su una piazza centrale, e una che si affaccia su una strada laterale.
Carpi (sinagoghe)
A Carpi, nel modenese, la vecchia e la nuova sinagoga, entrambe ubicate nello stesso edificio, hanno subito gravi danni strutturali. Le sinagoghe non sono più di proprietà della comunità ebraica modenese ma della Fondazione Fossoli, la cui sede è nell’edificio dal 2009. La Fondazione Fossoli e il suo museo sono dedicati al campo di concentramento di Fossoli, alle porte di Carpi.
La sinagoga vecchia, risalente all’epoca del ghetto, si trova nell’attico dell’edificio e risale al 1722. Questa sinagoga èchiusa al pubblico dal 2012 a causa dei danni provocati dal terremoto, ma secondo fonti locali i lavori di ristrutturazione dovrebbero iniziare nei prossimi mesi, grazie ad un finanziamento di €293.243,26 stanziati dal Comune.
I lavori, che avranno una durata di otto o nove mesi, comporteranno la riparazione completa dei danni del terremoto, compreso il rafforzamento della struttura e il restauro delle decorazioni interne.
La neoclassica sinagoga nuova risale al 1861 e fu chiusa per le funzioni religiose nel 1922 a causa della diminuzione delle dimensioni della comunità ebraica. Restaurata, a partire dal 2009 la sinagoga è stata utilizzata come spazio per gli eventi dalla Fondazione Fossoli, ma è stata chiusa dopo il terremoto. La sinagoga nuova ha riaperto al pubblico nel 2015, in seguito ai lavori di restauro. Clicca QUI per vedere un video a riguardo.
Mantova (sinagoga)
La sinagoga Norsa di Mantova è stata costruita all’inizio del XX secolo ed è il risultato di un’elaborata ricostruzione di un’anteriore sinagoga del XVII secolo, demolita nel 1899 durante un ampio progetto di rinnovamento urbano. Di quella sinagoga anteriore, la sinagoga Norsa ha ripreso gli arredi in legno originali.
Secondo il rapporto pubblicato dall’UCEI dopo il sisma, il terremoto ha causato crepe in alcune pareti della sinagoga, delle tegole si sono spostate e alcuni intonaci e decorazioni in stucco sono caduti. Secondo quanto comunicato a JHE dal presidente della comunità ebraica Emanuele Colorni, gli esperti che hanno visitato la sinagoga dopo il terremotohanno ritenuto che i danni al suo interno fossero in realtà lievi e non richiedessero riparazioni.
Sabbioneta (sinagoga)
Sabbioneta, città nel mantovano, nasce come “città ideale” rinascimentale e, insieme a Mantova, appare nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. La struttura attuale della sinagoga risale al 1824, ed è il risultato dell’ampliamento e rifacimento di una precedente sinagoga, ad opera del noto architetto lombardo Carlo Visioli. Al suo interno si trova un Aron HaKodesh dorato, posto dietro un’inferriata bassa ed elaborata e fiancheggiata da colonne corinzie.

Secondo il rapporto dell’ingegnere che visitò la sinagoga dopo il terremoto, i danni alla sinagoga sono statiprevalentemente non strutturali. Durante la sua ispezione, l’ingegnere ha notato alcune crepe sui muri sia all’interno che all’esterno della sinagoga, nonché stucchi caduti all’interno del santuario. Alcune delle crepe hanno esacerbato problemi preesistenti. Già nel 2009, infatti, la scalinata all’ingresso della sinagoga era crollata, determinando l’immediato restauro di quella parte dell’edificio.
A seguito del terremoto del 2012 è stato redatto un progetto per il restauro della facciata dell’edificio, ma ad oggi non sono stati eseguiti lavori se non il ripristino del tetto a causa di infiltrazioni d’acqua.
Pomponesco (sinagoga)
A Pomponesco, vicino Mantova, l’ex sinagoga abbandonata, già bisognosa di riparazioni, ha subito gravi danni a causa del terremoto. La sinagoga risale al XVII secolo e oggi è di proprietà di un residente che gestisce un bar nello stesso edificio.
Il presidente della comunità di Mantova Emanuele Colorni ha informato JHE sul fatto che immediatamente dopo il terremoto, è stata installata una struttura di supporto esterna al di fuori del perimetro dell’edificio per evitare il crollo della struttura.
Sia le istituzioni comunali che quelle ebraiche sono a conoscenza della situazione, ma finora non sono stati trovati fondi per il restauro della sinagoga, ha affermato Colorni.
Soragna (museo ebraico ed ex sinagoga)
La sinagoga di Soragna, in provincia di Parma, è stata edificata all’inizio del XVII secolo ed è stata completamente restaurata e reinaugurata nel 1855. Dal 1981 la sinagoga ospita il Museo Ebraico Fausto Levi, che mostra il ricco passato ebraico di Soragna e di altre cittadine vicine, nelle quali non esistono più comunità ebraiche.
Nel 2012 le mura, l’ingresso del matroneo, l’Aron HaKodesh e altri dettagli sono stati danneggiati dal terremoto, stando al rapporto curato dall’UCEI a seguito del sisma. I lavori di restauro sono stati completati nel 2015, grazie a un contributo di €40.000 della Soprintendenza per il patrimonio di Bologna.
Sermide (sinagoga)
A Sermide, in provincia di Mantova, la locale ex sinagoga si trova al piano superiore di un edificio del XVI secolo situato nel centro storico. La sinagoga è stata utilizzata dalla comunità ebraica locale fino al 1936, quando questa si sciolse. Dopo essere stata gravemente danneggiata durante la Seconda guerra mondiale, la sinagoga è stata trasformata in abitazione privata ma conserva ancora alcune caratteristiche del suo antico utilizzo.
Durante il terremoto, l’edificio che ospita l’ex sinagoga ha subito gravi danni. Poche settimane dopo il terremoto, il presidente della Comunità Ebraica di Mantova Colorni ha visitato l’edificio insieme al sindaco della città, e ha rilasciato un comunicato affermando che “il terremoto ha peggiorato le già precarie condizioni delle mura”.
Nel 2013, il comune ha installato una struttura di sostegno esterna in legno per evitare ulteriori danni. Uno studio pubblicato dal comune quell’anno ha stimato il costo della riparazione a €235.900,00, da finanziare attraverso Fondo di solidarietà dell’UE (FSUE). Al momento non disponiamo di ulteriori informazioni.
Leggi il nostro articolo in inglese sulla valutazione e l’appello dell’UCEI dopo i terremoti
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